Le diocesi lombarde, su impulso di Papa Francesco, hanno scelto di dare avvio a percorsi di formazione per l’istituzione dei ministeri del catechista, lettore, accolito, a cui sono chiamati alcuni battezzati per sostenere la vitalità delle nostre comunità cristiane, e che esprimono fondamentali dimensioni della fede battesimale: l’accompagnamento del cammino di fede, l’annuncio della Parola, la cura delle relazioni nella reciproca accoglienza dei fratelli e delle sorelle.
Durante la Veglia di Pentecoste in Sant'Andrea a Mantova, sabato 7 giugno, verranno istituiti i ministeri di lettore, accolito e catechista. Per la nostra unità pastorale saranno istituiti come catechista Mirko Novello, e come lettrici Katia Giovanelli e Giusy De Biasi.
Ma chi sono questi nostri fratelli?
Mi chiamo Mirko Novello, ho 48 anni, sono marito di Sabrina e papà di tre figlie: Elisa, Chiara e Sara. La nostra casa e il nostro cuore di famiglia si sono aperti anche a quattro esperienze di affido familiare: ogni incontro, ogni legame custodito in questi percorsi è stato ed è parte viva della nostra vocazione all’accoglienza.
Nel mio lavoro sono educatore, formatore, progettista sociale. Da quasi trent’anni opero nella cooperazione sociale e nell’ambito educativo con minori, famiglie, scuole e comunità. Credo in un’educazione che passi per la relazione, il gioco, la narrazione e la condivisione.
Nel mio cammino di fede, l’Azione Cattolica ha avuto un ruolo fondamentale. È lì che ho imparato cosa significa essere laici corresponsabili nella Chiesa, educatori alla fede, testimoni nel quotidiano.
Il mio stile è semplice: credere che ogni incontro possa essere terreno buono dove il Signore semina Luce attraverso le persone, spesso in modo discreto, ma profondo e duraturo.
Quando mi è stato proposto di intraprendere il cammino verso il ministero istituito di catechista, ho accolto l’invito con gratitudine e con timore, come si fa davanti a qualcosa che supera le proprie forze, ma che risuona come autentico. In questi mesi, il percorso di formazione vissuto nel Centro Diocesano del Gradaro mi ha aiutato a fare chiarezza: ho sentito crescere la consapevolezza che questo non è solo un nuovo “ruolo” da svolgere, ma una chiamata a vivere il servizio con maggiore profondità, stabilità e disponibilità. Sento il ministero istituito come una responsabilità condivisa, che affonda le radici nella Parola e si nutre della comunità. Mi sento chiamato non a "fare di più", ma a "esserci meglio", con uno sguardo capace di riconoscere le domande di senso e di fede anche laddove sembrano nascoste. Conservo nel cuore le parole di Gesù: “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14) — e il mio desiderio è che, attraverso questo ministero, possa aiutare qualcuno a riaccendere quella luce: un ragazzo, un genitore, un amico, un lontano… chiunque stia cercando.
L’Unità Pastorale “Giovanni Bono” è per me una casa grande e viva che prima di tutto ha saputo accogliermi più di vent’anni fa. Ora la sento “mia”, perché in essa vivo, partecipo, servo e incontro.
Immagino il mio ministero come una presenza umile e costante: accanto ai parroci e alle suore, alle catechiste e agli educatori alla fede, ai genitori, ai tanti bambini, ragazzi e giovani delle nostre comunità.
Sogno un ministero che sappia “abitare” le relazioni più che le strutture, che metta al centro il desiderio di ascoltare, accompagnare, testimoniare. Un servizio che costruisca ponti tra la catechesi e la vita quotidiana, tra le domande dell’uomo e la Parola di Dio, tra chi cammina da tempo e chi sta solo iniziando a cercare.
Chiedo alle comunità di Bancole, Cittadella, Colle Aperto e Sant’Antonio di accompagnarmi con la preghiera: perché la mia istituzione come ministro catechista sia vissuta nella fedeltà al Vangelo e nella comunione con tutta la Chiesa, e perché il mio ministero possa continuare a crescere nella luce dello Spirito, a servizio delle persone che il Signore vorrà affidarmi.
Sono cresciuta all’interno dell’esperienza parrocchiale, frequentando i gruppi settimanali e altri momenti formativi e poi anche svolgendo alcuni servizi, tra cui la educatrice alla fede (allora ancora ci chiamavamo animatori). Ad un certo punto ho sentito l’esigenza di allargare lo sguardo, vivendo diverse esperienze in comunione con altre persone che stavano compiendo un cammino di formazione alla fede, in Azione Cattolica e presso il Centro Diocesano.
Camminare, andare, partire, vincendo la tentazione di sostare, superando la pigrizia che pure in alcuni momenti si è presentata: questi verbi di monito si sono tradotti in ripetuti solleciti a guardare avanti confidando in Cristo, Parola che ti offre amore incondizionato e ti viene a cercare ovunque tu sia e, anni dopo, mi hanno fatto approdare al gruppo dei lettori della mia parrocchia.
In questo contesto è arrivato poi il recente invito al percorso dei Ministeri ordinati. Un nuovo andare, insieme a molti altri, alla riscoperta di un modo di essere nella Chiesa, al quale siamo chiamati come battezzati: missionari, corresponsabili.
Il percorso di formazione mi sta aiutando a comprendere che il senso di ogni chiamata è “novità che ci accompagna nella memoria delle nostre scelte, oltre un tu che con Dio diventa un –io con te”(Andrea Valori), ma perde di senso se resta solo una benedizione per noi stessi o diventa autoreferenziale. Nella radice del termine ministero c’è la parola minus, che significa “minore di”, che richiama necessariamente e qualifica un contesto di relazione.
Svolgere il ministero di lettore, quale che sia la declinazione specifica nell’ambito della Unità Pastorale, della parrocchia e della Diocesi, per me significa dunque cercare di essere prima di tutto persona di servizio e di comunione, lanterna dai vetri colorati che devono lasciare trasparire l’immagine di Dio.
Sono cresciuta in una famiglia non credente, ma fin da piccola ho sentito una forte curiosità verso Gesù e le sue vicende.
Il Signore ha sempre fatto in modo che io potessi avvicinarmi sempre più alla Fede. Negli anni ho frequentato diverse parrocchie, dove ho fatto esperienze di servizio, come educatore alla Fede, voce del coro, lettore. Ho ampliato le mie relazioni attraverso l’appartenenza alla Azione Cattolica.
Quando mi sono sposata, nel 2004, ho iniziato a frequentare stabilmente la parrocchia di Bancole insieme a mio marito Francesco, perché desideravamo che i nostri figli si sentissero parte di una famiglia più grande e, grazie a Dio, è stato così. Insieme a loro abbiamo fatto un’esperienza di missione in Perù che ha cambiato il nostro sguardo e ci ha interrogati profondamente su cosa significhi essere cristiani oggi.
Nella mia storia, dove non sono mancati i momenti di forte crisi e smarrimento, il Signore si è invece sempre dimostrato fedele e misericordioso. La Sua Parola è stata per me strumento di incontro e conversione. Ho scoperto un Parola viva, sempre attuale e vivificante, che mi ha riconciliato con me stessa e con la mia vita.
Oggi sento forte il desiderio di servire il Signore per ringraziarlo dei suoi doni e per poter testimoniare la potenza del Suo amore salvifico.
Il ministero del lettorato mi è sembrato uno strumento che mi consente di sostenere e nutrire la mia relazione con Dio e di servire la Chiesa, nella mia famiglia, nella mia comunità di Fede, nella mia Diocesi.
Metto me stessa a disposizione dei miei fratelli e delle mie sorelle, per crescere insieme nella Fede, perché, in virtù del nostro Battesimo, cerchiamo di costruire relazioni radicate nel Vangelo e proviamo a dare corpo ad una comunità che sia volto di Cristo nella storia.