La nostra Unità Pastorale al giubileo dei giovani

C’è qualcosa di magico nel condividere stanchezza, code infinite, momenti di silenzio (ok, rarissimi), occhi lucidi e risate isteriche con un gruppo di persone che, giorno dopo giorno, diventano casa.

Perché la verità è che non servono grandi discorsi quando si ha la fortuna di avere accanto chi sa leggerti anche solo con uno sguardo.

Abbiamo camminato tanto (forse troppo), cantato male (ma con entusiasmo), mangiato peggio (ciao scatolette fagioli e tonno), eppure ogni secondo è valso la pena.

Grazie a voi per aver reso questa esperienza così piena, così nostra.

Grazie per i momenti seri, quelli profondi, quelli in cui si stava in silenzio perché tanto ci capivamo lo stesso.

E grazie anche per quelli in cui ci siamo semplicemente messi a ridere per qualcosa di stupido (no la pietà non è di Brunelleschi), perché la leggerezza, con voi, pesa meno di qualsiasi zaino in spalla.

Ci siamo ritrovati a camminare insieme, spesso senza sapere bene dove, ma con la certezza che camminare insieme fosse già tutto.

E ora? Ci portiamo a casa i ricordi, le foto sfocate, i piedi distrutti… ma soprattutto la consapevolezza di aver partecipato a un qualcosa di unico. Anche quando qualcuno non sale sulla metro o va a prendere l'acqua e non trova più nessuno ad aspettarlo.

E anche se adesso ognuno torna alla propria routine, ci portiamo addosso qualcosa che non si leva più: l’eco di questa compagnia che fa bene, che cura, che resta.

Vi voglio bene,

Antoh

Sostieni l'Unità Pastorale Giovanni Bono
DONA ORA